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TUMORI RARI, DALLE PATOLOGIE ALLE PERSONE

Fare rete affinché nessuno venga lasciato solo

Walter Locatelli, Presidente di Io Raro, illustra in 4 precisi punti, emersi durante la MidSummer School di Motore Sanità, come centrare l’obiettivo, come fare rete.

Durante l’incontro PNRR: disegniamo la sanità del futuro, svoltosi nell’ambito della “MIDSUMMER SCHOOL 2022” di Motore Sanità, che ha visto la partecipazione del comitato scientifico di Io Raro con le Associazioni che accompagnano i cittadini, sono emersi punti importanti e indirizzi di azionesu come fare rete, come riporta il Presidente di Io Raro Walter Locatelli.

Fare rete nella Comunicazione – comunicare e informare per dare una risposta a quei momenti di ansia e di sconcerto che nel percorso di vita, quando ci capita un evento di questo tipo, sicuramente può colpire tutti. “Da qui l’impegno di Io Raro, insieme a tutti quelli che collaborano”, precisaLocatelli.

Fare rete nella Formazione che deve essere calibrata negli ambiti e nei vari settori. “Ci sarà una componente omogenea perché venga conosciuto il problema dei tumori rari. E quindi una formazione che si rivolga a tutti quegli attori che devono dare una risposta a situazioni puntiformi, dove sono richieste altissime competenze e specialità, che per fortuna ci sono, ma che per la loro connotazione di “raro” non possono essere disseminate su tutto il territorio. Non dimentichiamo poi la formazione ai cittadini, importantissima. Cittadini che, in questo percorso, devono essere accompagnati”, sottolinea l’esperto.  

Fare rete, il Modello organizzativo Hub&Spoke. “Un modello organizzativo che, in ambito oncologico, per tanti aspetti è più avanzato che in tanti altri. Si parla molto oggi di ospedale-territorio e di rete e probabilmente sarà il futuro, chiosa il Presidente di Io Raro.“La collaborazione e la sinergia faranno la differenza, perché nel nostro Paese non è possibile che ci siano situazioni puntiformi, senza una diffusione totale delle opportunità”.

Rete nel Modello organizzativo negli ospedali – “Avere un modello di questo tipo, deve fare superare gli aspetti organizzativi legati anche al riconoscimento economico, alla tariffazione e quant’altro”, conclude Walter Locatelli. “Se i Centri Hub&Spoke hanno questa particolarità, occorre che qualcuno abbia un tempo specialistico, medico e di professioni sanitarie da dedicare a questa alimentazione di rete e quindi una possibile risposta potrebbe essere prevedere funzioni specialistiche specifiche per questo ambito. Risultati, obiettivi ed esiti devono essere monitorati. Poter riconoscere questo impegno che medici e professionisti della sanità devono mettere, per rendere efficace questo lavoro a rete”.

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