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TUMORI RARI, DALLE PATOLOGIE ALLE PERSONE

Soffiava dal Nord l’interesse verso rare forme di malattie

Di Liliana Carbone

Rembert Dodoens. Il suo nome è legato ad un libro, scritto in latino, nel 1581, sulla diagnosi e il trattamento dei disturbi con una bassa prevalenza

Il suo nome era Rembert Dodoens, o Rembert Van Joenckema o Rembert Dodonée e la sua storia è affascinante perché dai suoi studi e dal suo animo riflessivo e curioso emergono le prime analisi su talune malattie quasi del tutto sconosciute

Rembert Dodoens era un medico fiammingo e un botanico. Era nato a Mechelen (ora Belgio), il 29 giugno del 1517 ed è morto a Leida nel 1585. 

Il suo nome è legato ad un libro, scritto in latino, nel 1581, sulla diagnosi e il trattamento dei disturbi con una bassa prevalenza, si intitola “Medicinalium observationum exempla rara, recognita et aucta. Accessere et alia quaedam, quorum elenchum pagina post praefationem exhibit” (Rari esempi di osservazioni medicinali, rivisti e sviluppati. Per accedere ad alcuni elementi aggiuntivi, la pagina visualizzerà un elenco dopo la prefazione). Due copie del libro sono nel Tabularium della Biblioteca centrale dell’Università di Lovanio: la prima edizione (anno 1581, 397 pagine) è catalogata come DPA510, la seconda (anno 1585, stampata da Christopher Plantijn ad Anversa) è catalogata come 7A875. 

Il libro fu scritto con Valesco de Tarenta, Alexander Benedictus, Antonio Benivieni, Maternus Cholinus, Mathias Cornax, Achilles Pirmin Gasser e Gilles de Hertoghe. Dopo un’introduzione generale e una lista di autori citati, tra cui Vesalio e Fracastoro, Rembert Dodoens fornisce un ampio elenco di circa 200 malattie rare del XVI secolo, come Aneurisma, calculus in vesica (pietra nella vescica), Catalepsis (convulsioni), Diabetes, Dysenteria, Gemini pueri (gemelli), Lapides in vesica fellis (calcoli biliari), Mania cum melancholia affinitatem habet (mania e melanconia), Scorbutus, Tetanos, Vermis in vesica (vermi nella vescica) e Vomitus sanguinis. Si tratta di osservazioni macroscopiche (“de visu et de manu”) o organolettiche. Sono anche menzionate le “Sindromi senza un nome” come Memoria amissa ac recuperata (memoria persa e recuperata), Respirandi difficultas (difficoltà a respirare) e De pedis tumore quem Arabes Elephantiam appellant (gonfiore dei piedi chiamato dagli Arabi elefantiasi).

Dodoens per le procedure chirurgiche faceva riferimento al suo barbiere-chirurgo locale (amputatio) o agli scalpellini (litotomia); per il trattamento farmacologico rimandava al suo Cruydenboeck (Il libro delle erbe, Mechelen, 1554) con “Plaetse, Tijt, Naem, Natuere, Kracht ende Werckinghe” (luogo e periodo di crescita, nome, identificazione, attività farmacologica) di 942 piante.  Alla fine di alcune monografie sono fornite le procedure operative per la produzione dei suoi “farmaci orfani” da materiale vegetale (bolus, confectio, decoctum, electuarium, hostia, pilula, potio, pulvis, syrupus, trochiscus per uso interno e balneum, cauterium, clysterium, collyrium, emplastrum, gargarisma, lotio, unguentum per uso esterno).

La standardizzazione di queste procedure di composizione da parte dei farmacisti locali è proseguita ulteriormente con la pubblicazione di diverse farmacopee cittadine e (sovra)nazionali. Solo alla fine del XIX secolo l’industria farmaceutica assumerà la fabbricazione dei farmaci. 

Per tutto il Medioevo ricevere una diagnosi di malattia (rara) ha avuto grandi implicazioni sociali (“stigmatizzazione”) e mediche per la persona colpita. Alcune comunità, conoscendo l’importanza di una diagnosi accurata, istituirono dei gruppi multidisciplinari (“centri specializzati”) per rivedere i casi sospetti e i rappresentanti della Chiesa, i medici e le persone con la malattia (“i rappresentanti dei pazienti”) erano di solito membri di questi gruppi. 

Dopo Rembert Dodoens, Archibald Garrod ha descritto una malattia rara attribuita a ereditarietà (l’alcaptonuria) nel 1902, sulla base di proteine non DNA; William Harvey (1578-1657) è stato il primo a descrivere correttamente la circolazione sistemica del sangue pompato dal cuore al cervello e al corpo ed è anche famoso per la sua citazione sulle malattie rare: “La natura in nessun caso è abituata più apertamente a mostrare i suoi misteri segreti se non quando manifesta le tracce del suo lavoro lontano dal sentiero battuto; né vi è un modo migliore per far progredire la corretta pratica della medicina se non impegnarsi a fondo nella scoperta della consueta legge di natura tramite un’accurata indagine dei casi delle più rare forme di malattia. Infatti è stato accertato in quasi tutte le cose, che ciò che esse contengono di utile o di relativo alla natura, difficilmente viene percepito, fino a quando non veniamo privati di esse, o fino a quando non diventino in qualche modo squilibrate”.


Fonte: Marc M. Dooms Universitaire Ziekenhuizen Leuven (Belgio). Pubblicato sull’Orphanet Journal of Rare Diseases.

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